I leucociti migrano dal circolo al sito dell’infiammazione seguendo un gradiente di chemochine provenienti dalla sede dell’infiammazione/infezione in un processo noto come chemiotassi. I fattori chemiotattici possono derivare direttamente da prodotti rilasciati dal tessuto infetto/infiammato, dall’attivazione locale del complemento oppure dagli stessi agenti patogeni. I leucociti, una volta attivati, sono in grado di riconoscere i gradienti di concentrazioni delle sostanze chemiotattiche e di identificarne la provenienza, dirigendosi verso la sede di produzione degli stessi. Il legame di questi fattori determina la generazioni di segnali bidirezionali “inside-out” e “outside-in” attraverso la membrana che sono resi possibili dalla particolare architettura strutturale delle beta2 integrine che le rende molto flessibili, Nelle sindromi da deficit di adesione leucocitaria (Leukocyte adhesion deficiency, LAD) la caratteristica essenziale è l’incapacità dei neutrofili di fuoriuscire dalla circolazione in risposta alle infezioni. Le integrine mediano l’adesione fra cellule e le interazioni di queste con la matrice extracellularem funzioni che sono abolite o anomale nei pazienti con LAD. Si conoscono tre tipi di LAD: LAD-1 , causata da mutazioni nel gene ITBG2; LAD-2, causata da mutazioni nel gene SLC35C1 e LAD-3, causata da mutazioni del gene FERMT3. La maggioranza dei pazienti ha una LAD-1 ed è affetta da gravi infezioni ricorrenti che sono causa di elevata morbilità e mortalità. Nella LAD-2 le infezioni sono in genere meno gravi ma coesistono anomalie dello sviluppo neurocognitivo. Nella LAD-3 oltre alle infezioni coesiste una grave diatesi emorragica da difettosa aggregazione piastrinica. Il trapianto di midollo è l’unica terapia in grado di guarire le forme più gravi di LAD-1, alle quali è stato in genere riservato.
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