La prognosi dei pazienti con sarcoidosi cardiaca non è ben definita. Anche se sono noti alcuni fattori predittivi della mortalità, gli strumenti migliori per determinare la prognosi della malattia e per guidare la scelta della terapia sono ancora incerti. Anche la terapia della sarcoidosi non è standardizzata. La prognosi sembra essere peggiore nei pazienti con cardiopatia sarcoidea sintomatica rispetto a quelli asintomatici. La terapia della sarcoidosi cardiaca ha il duplice scopo di prevenire e curare le complicanze aritmiche e l’insufficienza contrattile del muscolo cardiaca da un lato e di ridurre le conseguenze della flogosi delle varie strutture cardiache. Per quanto riguarda il primo aspetto, la prevenzione e la terapia non sono molto differenti da quella utilizzata dai cardiologi nella profilassi e terapia delle aritmie, dello scompenso cardiaco e della cardiopatia ischemica. Per quanto riguarda la malattia di fondo, anche nel caso della sarcoidosi cardiaca, il cardine terapeutico è rappresentato dai glucocorticoidi da assumere per periodi molto lunghi. Clorochina, idrossiclorochina, ciclosporina, methotrexate e farmaci biologici possono essere utilizzati dei pazienti resistenti al prednisone o in caso di comparsa di gravi effetti collaterali da steroidi. In questo articolo trattiamo della diagnosi clinica e strumentale della sarcoidosi cardiaca. Altri articoli sul sito alcmeone.it trattano in modo specifico gli aspetti relativi all’eziologia, alle manifestazioni cliche, alla diagnosi e alla patogenesi della sarcoidosi

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