L'uso del trapianto di cellule staminali emopoietico nel linfoma follicolare è stato oggetto di dibattito e di analisi in numerosi studi clinici. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è di solito consigliato ai pazienti con linfoma follicolare recidivato o refrattario o in quello in cui è avvenuta la trasformazione ad un linfoma istologicamente progressivo, purché la malattia rimanga chemiosensibile. Il trapianto allogenico è risultato efficace in alcuni pazienti con malattia refrattaria alla chemioterapia, ma, in genere i risultati non sono soddisfacenti. Il trapianto allogenico è gravato da percentuali più elevate di mortalità (15-25%) ma probabilmente guarisce un maggior numero di persone (50-60%). Il ricorso a protocolli di condizionamento non mieloablativo o a ridotta intensità può ridurre la mortalità dal trattamento, al prezzo, tuttavia, di un maggior rischio di recidive. I pazienti che recidivano dopo un trapianto autologo costituiscono, probabilmente, la principale indicazione al trapianto allogenico non mieloablativo. Se il linfoma follicolare recidiva dopo il trapianto allogenico, tra le diverse opzioni ricordiamo la riduzione dell'immunosoppressione, l'infusione dei linfociti del donatore di midollo, il trattamento con una chemioterapia di salvataggio o la partecipazione ad uno studio clinico sperimentale, se disponibile, con uno dei tanti nuovi farmaci.
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