22/05/2020
Coronavirus, i soggetti guariti che rimangono positivi al tampone non sono contagiosi
Una buona notizia che lascia ben sperare per la risoluzione della pandemia da coronavirus. Secondo un recente studio condotto in Corea del Sud, sembra che le persone che dopo la completa guarigione clinica risultano ancora positive al SARS-CoV 2, il virus responsabile della nuova malattia denominata COVID-19, i realtà non sono infettive. I altre parole, pur essendo positivi al test, questi soggetti non sembrano albergare nel loro organismo virus capaci di replicarsi e causare l'infezione in altri soggetti.
Numerosi pazienti dimessi dagli ospedali risultano infatti ancora positivi, e questo ha sollevato numerosi preoccupazioni sulla possibilità di recidiva della malattia nella stessa persona. Non bisogna dimenticare che i test diagnostici per il SARS-CoV si basano sulla dimostrazione della presenza di materiale genetico del virus nel tampone eseguito nelle cavità oro faringee o su altri liquidi biologi. Un risultato positivo non indica necessariamente che la persona stia diffondendo virus vitali in grado di infettare le cellule le soggetto stesso o dei suoi contatti stretti, il che segnalerebbe un'infezione attiva. Vedere Virus COVID-19, stabile per molte ore o giorni sulle superfici casalinghe
I campioni prelevati ai pazienti coreani con "reinfezione" da SARS-CoV 2 erano privi di virus infettivi. La scoperta conferma osservazioni precedenti secondo i quali i test diagnostici rilevano anche materiale genetico di virus non in grado di replicarsi o morti. La mancanza di particelle virali infettanti significa, secondo gli autori dello studio che queste persone non sono in realtà infette e non possono trasmettere il coronavirus ad altri.
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